fbpx

Reato continuato e appello

reato continuato

Che cos’è il reato continuato

Il reato continuato punisce chi con più azioni od omissioni, esecutive di un medesimo disegno criminoso, commette anche in tempi diversi più violazioni della stessa o di diverse disposizioni di legge, con la pena che dovrebbe infliggersi per il reato più grave aumentata sino al triplo.
In altre parole affinchè trovi applicazione il vincolo di continuazione tra diverse sentenze irrevocabili oppure tra sentenze irrevocabili e giudizi pendenti, deve accertarsi che le varie condotte di reato poste in essere siano frutto di un medesimo disegno criminoso.

Cosa dice la Cassazione sul reato continuato:

La Suprema Corte con una recente sentenza, sulla scorta di decisioni già consolidate, afferma che il riconoscimento del vincolo della continuazione fra reati da giudicare e reati già giudicati con sentenza definitiva, può essere richiesto per la prima volta anche nel corso della discussione orale del giudizio di appello, purchè la sentenza relativa ai fatti già giudicati sia divenuta definitiva dopo la presentazione dei motivi di appello.

Non si può discutere di violazione di legge quando il mancato riconoscimento da parte dei giudici di Appello del vincolo della continuazione con reato già giudicato sia dovuto al fatto che la richiesta non sia stata proposta con atto di appello oppure la sentenza per cui si chiede applicarsi la continuazione non sia divenuta irrevocabile dopo il termine per la proposizione dell’appello.

In altre parole la continuazione fra reati giudicati e reati da giudicare può essere proposta fin quando il giudizio d’appello è in corso, addirittura anche in sede di conclusioni finali, purchè prima delle conclusioni finali la sentenza concernente i reati per cui si chiede il riconoscimento del vincolo della continuazione non era ancora passata in giudicato.

Quindi la richiesta di applicazione della continuazione criminosa in relazione ad un reato oggetto di sentenza di condanna divenuta irrevocabile si può chiedere anche dopo la scadenza del termine di proposizione dell’appello, perchè si tratta di una richiesta relativa ad un istituto applicabile in sede di esecuzione.

Tale deroga al principio devolutivo dei motivi di appello, che consente di presentare istanza di continuazione per la prima volta in appello, anche con la proposizione dei motivi nuovi o in sede di conclusioni, impone obbligatoriamente che vi sia una impossibilità oggettiva di sottoporre la questione alla Corte di Appello perchè la sentenza è diventata esecutiva dopo l’atto di appello.

Ad ogni buon conto, anche se la Corte di Appello non esamina nel merito la questione in ordine alla sussistenza del reato continuato, vi è sempre la possibilità di richiedere la continuazione al Giudice dell’esecuzione.
Se invece la sentenza per cui l’imputato chiede la continuazione è diventata irrevocabile prima della conclusione del giudizio di primo grado bisogna tassativamente richiedere l’applicazione del vincolo di continuazione con i motivi di appello, a pena di inammissibilità.

Puoi restare informato sulle notizie di cronaca giuridica attraverso il nostro blog

it_ITItaliano