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DIRITTO SULL’ABORTO: COME SI STA PROSEGUENDO DAL 1973?

Ha fatto parecchio scalpore la notizia che negli Stati Uniti d’America la Corte Suprema ha annullato la famosa sentenza Roe v. Wade, grazie a cui nel 1973 era stato reso legale l’aborto nel paese.

E alcuni anni dopo, nel 1978, è stato il turno dell’Italia, con la legge 194, che da allora consente alla donna di poter ricorrere alla IVG in una struttura pubblica (poliambulatorio convenzionato con la Regione di appartenenza oppure ospedale), nei casi stabiliti.

Grazie ad essa, la donna, che può aver vissuto situazioni difficili, addirittura traumatiche, può essere aiutata da strutture specializzate, che la aiutano prima ad affrontare questa scelta. In più la legge deve tutelare la libertà, la vita e la salute della donna, di conseguenza quest’ultima può abortire entro 90 giorni dalla gestazione, in base a motivi sociali, familiari o di salute.

Sta lentamente diminuendo il numero dei medici “obiettori di coscienza”, ma sta aumentando quello delle “strutture sanitarie obiettrici”, ossia gli ospedali in cui il totale dei medici è obiettore di coscienza e perciò non vi può essere l’applicazione dell’aborto.

Per quanto riguarda l’America, il Missouri e il Texas lo hanno reso illegale; l’Alabama quasi del tutto, permettendolo in caso di stupro, incesto o rischi per la salute della donna. Invece altri stati si sono dimostrati a favore, come Washington, New York e California.

Pochi giorni fa  c’è stato il referendum in Kansas, che si è concluso con una vittoria: perciò lì l’aborto continuerà ad essere garantito. 

Anche il presidente Biden è dalla parte degli abortisti, affermando che gli americani devono proteggere il diritto della donna di potervi accedere, e che la guerra è appena iniziata.

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